
“Cammino con la mia amica S., i miei genitori e il mio cane. Siamo sotto un viadotto, il che per me è sempre un po’ inquietante. Sono seduta su un muretto e guardo perché c’è una gara di nuoto: dall’acqua che sta sotto il muretto dovrebbe arrivare verso il viadotto attraverso un fiume. Alla gara partecipano parecchie ragazze che però devono stare i fila. Non possono superarsi. Anch’io dovrei partecipare quindi mi spingo in acqua ma non gareggio.”
Il viadotto ricorda la figura genitoriale maschile vissuta come immanente e nel sogno sono presenti entrambi i genitori a ricordare il complesso genitoriale. L’amica S. viene descritta come una ragazza buona, di animo pulito, che solo un certo punto si è accorta del tradimento del compagno.
Le ragazze devono partecipare a una gara ma non possono superarsi, si tratta quindi di una gara “fasulla” a esito già scontato. La sognatrice si tuffa ma non partecipa alla gara. Queste immagini ricordano alla sognatrice la presenza del complesso familiare: esso richiede di stare in fila, di partecipare a una gara ma alle condizioni altrui. Ovvero essere disciplinata, brava, pulita come l’amica del sogno, ma anche prendere atto che a un certo punto è stata “tradita”, cioè non è stata facilitata nel realizzare un progetto autonomo e personale, e questo è appunto l’obiettivo che il mondo interno le propone dopo averle mostrato quanto rischi restando nella posizione di figlia.
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